Cari ed amati figli miei,
vengo in mezzo a voi col Cuore affogato nelle mie fiamme d’amore. Vengo come Padre in mezzo ai figli che amo assai, ed è tanto il mio amore che vengo a rimanere con voi per far vita insieme e vivere con una sola Volontà, con un solo amore. Vengo col corteggio delle mie pene, del mio Sangue, delle mie opere e della mia stessa morte. Guardatemi: ogni goccia del mio Sangue, ogni pena, tutte le mie opere, i miei passi, fanno a gara ché vogliono darvi la mia Divina Volontà; fin la mia morte vuol darvi il risorgimento della vita in essa. Nella mia Umanità tutto vi ho preparato ed impetrato: grazie, aiuti, luce, forza, per ricevere un dono sì grande; da parte mia tutto ho fatto, ora aspetto la parte vostra.
Chi, ingrato, non vorrà ricevere Me ed il dono che gli porto? Sappiate che è tanto il mio amore che metterò da parte la vostra vita passata, le stesse vostre colpe, tutti i vostri mali; li seppellirò nel mare del mio amore, affinché siano tutti bruciati, ed incominceremo insieme la novella vita, tutta di Volontà mia. Chi avrà cuore di farmi un rifiuto e di mettermi alla porta, senza accettare la mia visita tutta paterna? E se Mi accetterete, Io rimarrò con voi come Padre in mezzo ai figli miei, ma dobbiamo stare con sommo accordo e vivere con una sola Volontà.
Oh, quanto lo sospiro, gemo e deliro, e giungo fino a piangere, ché voglio che i miei cari figli stiano insieme con Me e vivano della mia stessa Volontà! Sono circa seimila anni di lunghi sospiri e di lacrime amare della mia santa Umanità, che reclamo e voglio i miei figli intorno a Me per renderli felici e santi. Giungo a chiamarli piangendo; chissà se si muovono a compassione delle mie lacrime, del mio amore, che giunge fino a soffocarmi ed a farmi spasimare! E tra i singhiozzi e gli spasimi vo ripetendo: “Figli miei, figli miei, dove siete? Perché non venite al Padre vostro? Perché andate lontani da Me, raminghi, poveri, pieni di tutte le miserie? I vostri mali sono ferite al mio Cuore; sono già stanco di aspettarvi, e giacché non venite, non potendo più contenere il mio amore che Mi brucia, vengo Io a cercarvi e vi porto il gran dono della mia Volontà. Deh, vi prego, vi supplico, vi scongiuro, ascoltatemi, muovetevi a compassione delle mie lacrime, dei miei sospiri ardenti!”
E non solo vengo come Padre, ma vengo come Maestro in mezzo ai discepoli; ma voglio essere ascoltato; vi insegnerò cose sorprendenti, lezioni di Cielo, le quali vi porteranno luce che mai si spegne, amore che sempre arde; le mie lezioni vi daranno forza divina, coraggio intrepido, santità che sempre cresce; vi straderanno la via ad ogni passo; saranno le conducenti alla Patria Celeste.
Vengo come Re in mezzo ai popoli, ma non per esigere imposte e tributi, no, no; vengo ché voglio la vostra volontà, le vostre miserie, le vostre debolezze, tutti i vostri mali. La mia sovranità è proprio questa; voglio tutto ciò che vi rende infelici, inquieti, tormentati, per nasconderlo e bruciarlo tutto col mio amore, e da Re benefico, pacifico, magnanimo, qual sono, ricambiarvi con la mia Volontà, col mio amore più tenero, con le mie ricchezze e felicità, con la pace e gioia più pura.
Se Mi darete la vostra volontà, tutto è fatto; Mi renderete felice e sarete felici. Non altro sospiro che la mia [Volontà] regni in mezzo a voi. Il Cielo e la terra vi sorrideranno, la mia Mamma Celeste vi farà da Madre e da Regina; già Essa, conoscendo il gran bene che vi riporterà il Regno del mio Volere, per appagare i miei desideri ardenti e per farmi cessare di piangere, ed amandovi da veri suoi figli, va girando in mezzo ai popoli nelle nazioni per disporli e prepararli a ricevere il dominio del Regno della mia Volontà. Fu lei che Mi preparò i popoli a farmi scendere dal Cielo in terra, ed a Lei affido, al suo amore materno, che Mi disponga le anime, i popoli, per ricevere un dono sì grande.
Perciò ascoltatemi, e vi prego figli miei, di leggere con attenzione queste pagine che vi metto sott’occhio, e sentirete il bisogno di vivere della mia Volontà; Io Mi metterò vicino quando leggerete, vi toccherò la mente, il cuore, affinché comprendiate e risolviate di voler il dono del mio Fiat Divino.
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"Voglio tanto che le mie creature prendano la mia Volontà, è la cosa che píú M'importa, che più Mi sta a cuore. Tutte le altre cose non M'interessano ugualmente, anche le più sante, e quando ottengo che l'anima viva della mìa Volontà ne vado trionfante, perché in ciò si racchiude il bene più grande che ci può essere in Cielo e in terra" (Vol. 9 - 23.03.1910)
"ll mio Volere sia quello che ti stia più a cuore, il mio Volere sia la tua vita, il tuo tutto, anche nelle cose più sante" (Vol.10 - 21.12.1911)
"Ah, tutto sta netta mia Volontà. L'anima se prende questa, prende tutta la sostanza del mio Essere e racchiude tutto in sé" (Vol. 11 - 02.03.1916)
"Il vivere nel mio Volere, sono io stesso. Questa fu la Santità della mia Umanità sulla terra, e perciò feci tutto per tutti" Vol. 12 - 27.11.1917)
"Hai visto che cosa è vivere nel mio Volere? E' scomparire, è entrare nell'ambito dell'Eternità, è penetrare nell’Onniveggenza dell’Eterno, nella Mente increata, é prendere parte a tutto (per quanto a creatura è possibie) e a ciascun atto divino; è fruire, anche stando in terra, di tutte le qualità dívine; è odiare il male in modo divino, è quello spandersi a tutti, senza mai esaurire, perché la Volontà che anima questa creatura è Divina. E’ la Santità non ancora conosciuta che farò conoscere…" (Vol. 12 - 08.04.1918)
"Ecco pure perche spesso ti parto del vivere nel mio Volere, che finora non ho manifestato a nessuno. Al più hanno conosciuto l'ombra della mia Volontà, la grazia e la dolcezza che il farla contiene, ma penetrarvi dentro, abbracciare l’immensità, moltiplicarsi con Me e penetrare ovunque – anche stando in terra -, e in Cielo e nei cuori, tanto che a non pochi comparirà strano, e chi non tiene aperta la mente alla luce della Verità non ne comprenderà un’acca" (Vol, 12 - 29.01.1919)
"Oh, come è ben diversa la santità dell’anima che vive nel volere Dívíno! Gesù sí fa attore e spettatore di ciò che essa fa" (Vol. 12 - 14.08.1917)
"Figlia mia, non si vuol capire, il vivere nella Volontà è regnare, il fare la mia Volontà è stare ai miei ordini. La prima cosa è possedere; la seconda è ricevere. Il vivere nel mio Volere è fare sua la mia Volontà, come cosa propria; è disporre di Essa. Il vivere nella mia Volontà è il vivere con una sola volontà, quale è Quella di Dio… Il vivere nella mia Volontà è vivere da figlio; il fare la mia Volontà è vivere da servo. Nel primo, ciò che è del Padre è dei figlio… e poi, questo è un Dono che voglio fare in quei tempi sì tristi: che non solo faccio la mia Volontà ma che La posseggano. Non sono forse io padrone di dare ciò che voglio, quando voglio e a chi voglio?… Non ti meravigliare se vedi che non capiscono: per capire dovrebbero disporsi al più grande dei sacrifici: qual è quello di non dar vita, anche nelle cose sante, alla propria volontà"… (M,17 –18.09.1924)
"Grazia più grande non potrei fare in questi tempi così procellosi e di corsa vertiginosa nel male, che far conoscere che voglio dare il gran Dono del Regno del Fiat Supremo". (Vol. 19 - 09.09.1926)
Dagli scritti della ava di Dio Luisa Piccarreta, . "la Piccola Figlia della Divina Volontà ".